domenica 6 novembre 2011

Mussolini non sapeva

Nella sala d’aspetto del Medico della Mutua, porto sicuro dove si passa la mattinata a aspettare una visita, un colloquio una ricetta, due anziani parlano delle loro esperienze di guerra. Sulle prime mi sembra strano che ancora ci sia in giro gente che ha fatto la guerra e questi due nemmeno sembrano tanto vecchi. Non capisco tutto quello che dicono, pare che abbiano entrambi combattuto con gli alleati dalle parti di Cassino. Dovevano essere giovanissimi, hanno l’aria innocua e dimessa di due vecchietti qualsiasi, non si direbbe che su di loro sia passata la Storia con la Esse maiuscola.
Per un po’ dicono le cose di guerra con l’intonazione, che conosco bene, di chi le dice per così dire dal basso, come se un’autorità suprema inconoscibile fatale ineluttabile potesse disporre della vita e della morte di tutti gli umani del tempo. Ne parlano con tranquillità, sono cose passate, favole sepolte di cui non importa niente a nessuno. Qui dentro, solo per loro (e per me) sono interessanti. Citano nomi di posti e di persone, di comandanti, di reggimenti, di corpi d’armata. Si dicono a vicenda di episodi di morte e privazioni e pericolo, vicende lontane di tedeschi, alleati, di linee del fronte, di marocchini. Rimproverano severamente gli alleati di aver dato carta bianca ai marocchini. Rimproverano i nazisti per le atrocità commesse. Non fanno nessun cenno al fatto che noi eravamo loro alleati. Sembra che la guerra l’Italia l’abbia fatta tutta dalla parte degli americani. Loro l’hanno scampata, finita la modalità assoluta che si esprime nel codice binario vita/morte, il resto della loro esistenza l’hanno vissuto nella pace. Nessuno li ascolta, è una cosa tra loro, seguitano a parlare, a raccontarsi. È il piacere del riconoscimento, è l’appartenenza a un passato ormai remoto, che tra pochi anni nessuno sarà più in grado di narrare in prima persona. Ce l’hanno con Hitler, ma non con Mussolini, cui perdonano tutto. Gli vogliono ancora bene. Mussolini non sapeva, gli facevano credere…

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